Spazio Field
Nella progettazione di Spazio Field Roma l’obiettivo è stato fin da subito chiaro: concettualmente, apparire come uno spazio energicamente produttivo, indomabile dall’industria. Uno spazio la cui produzione risulti intensa e imprevedibile. Un posto nuovo, sconosciuto e con forte voglia di farsi conoscere, con l’istinto ferale di affermarsi e dominare un ambiente disperato. Con un senso di cooperazione e costruzione di un gruppo. Impossibile da conquistare, da addomesticare, da rinchiudere o controllare.
Dopo avere, come di routine, opzionato diverse soluzioni per la definizione del logotipo, è stata poi scelta unanimemente la seguente: nella sua concezione fondamentale: Hic sunt leones, locuzione semi-leggendaria utilizzata in cartografia per indicare luoghi sconosciuti e inconquistabili, ricchi di mistero e pieni di presenze affascinanti; nella scelta di come concretizzarlo: l’immagine del leone, già simbolo Brancaccio, presente ovunque nel palazzo, che in questo caso crea una relazione con la storia di una delle famiglie, sia offre una rielaborazione metaforica rispetto alla locuzione latina; nella scelta di come eseguirlo: costruirlo modularmente su griglia isometrica (vedasi la griglia di costruzione).
Il risultato è: una scelta di font idonee, già utilizzata come provvisorio, e la realizzazione di un pittogramma sia solenne ed elegante che aggressivo ed agile. Il muso dell’animale è realizzato usando due “F” maiuscole poste simmetricamente, chiaramente per Field. La palette di colori principale scelta: Grigi, bianchi e neri, i colori del palazzo, del marmo, a comunicare solennità e solidità – ed un rosso brillante a comunicare intensità, passionalità e contemporaneità. La palette è compatibile con i colori dominanti delle sale.